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Elezioni Politiche 2022: sistema di voto e principali caratteristiche

Elezioni Politiche 2022:sistema di voto e principali caratteristiche

Elezioni Politiche 2022:sistema di voto e principali caratteristiche. Il prossimo 25 settembre 2022, noi Italiani siamo chiamati a recarci alle urne per votare il rinnovo del Parlamento Italiano, formato nello specifico dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica. Come avvenuto alle scorse elezioni politiche del Marzo 2018, anche per la prossima tornata elettorale, si voterà con il Rosatellum (in realtà Rosatellum Bis), legge elettorale in vigore dal 2017.

Capiamo ora, soprattutto da un punto di vista culturale come funziona questo sistema di voto e quali sono le sue principali caratteristiche.

Il sistema elettorale vigente in Italia

Il Sistema Elettorale vigente in Italia (Rosatellum Bis), è un sistema elettorale misto; in ciascuno dei 2 rami del Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica), una parte dei seggi (37%) viene assegnato mediante metodo maggioritario mentre una un’altra parte ( 61%) mediante metodo proporzionale. Inoltre, infine, la Costituzione Italiana  stabilisce altresì che 8 deputati e 4 senatori debbano essere prescelti dai cittadini italiani residenti all’estero (restante 2 %,Circoscrizione Estero)

Con la riforma entrata in vigore nel 2020, la suddivisione è differente rispetto alle precedenti. Alla Camera dei Deputati, infatti, noi cittadini eleggeremo 147 parlamentari con il metodo maggioritario, 245 con il metodo proporzionale e 8 deputati saranno eletti dagli italiani residenti all’Estero. Al Senato della Repubblica, invece, noi cittadini eleggeranno 74 parlamentari con il metodo maggioritario, 122 con il metodo proporzionale e 4 senatori saranno eletti dagli italiani residenti all’Estero.

 Il 37% dei seggi, come su menzionato si assegna con sistema maggioritario nei collegi uninominali, dove è eletto il candidato o la candidata più votato/a. Il 61% dei seggi si assegna con sistema proporzionale nei collegi plurinominali e i seggi sono ripartiti tra coalizioni e liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. La ripartizione dei seggi si esegue a livello nazionale per la Camera dei Deputati mentre e a livello regionale per il Senato della Repubblica.

Suddivisione territoriale: la base da cui si parte per eleggere Deputati e Senatori

Per l’elezione del Parlamento Italiano (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) ,  il territorio dello Stato Italiano è suddiviso in tante circoscrizioni elettorali. Nel dettaglio, a proposito di elezioni politiche, si parla nello specifico di collegi elettorali, cioè porzioni di territorio che racchiudono più comuni (o più zone nelle città più popolose) confinanti. E’ da qui che si parte per poter poi eleggere i 400 deputati e 200 senatori.

I Collegi

Definire un collegio elettorale non è cosa semplice è ciò dovuto dal fatto che le Camere del Parlamento sono due e hanno una composizione diversa; la Camera dei Deputati dovrà essere composta da 400 deputati, mente il Senato della Repubblica da 200 senatori. La vigente Legge Elettorale , come accennato in precedenza, si basa su un sistema misto (maggioritario e proporzionale) e a tal proposito, va evidenziato che alla fine 1/3 dei seggi viene assegnato in collegi uninominali, e 2/3 in collegi plurinominali.

Collegio Uninominale e Collegio Plurinominale

Collegio uninominale

 Nei collegi uninominali si presentano singoli candidati, uno contro l’altro in competizione tra loro. L’assegnazione dei seggi in questi collegi avviene con metodo maggioritario; in sostanza il candidato o la candidata che prende più voti, quello/a viene eletto/a.

Collegio Plurinominale

Ogni collegio plurinominale rappresenta un territorio che è la somma di tanti collegi uninominali più piccoli messi insieme. I candidati uninominali sono strettamente legati ai partiti che li sostengono.

Nei collegi plurinominali sono eletti più candidati. L’assegnazione dei seggi però, avviene con metodo proporzionale ovvero gli eletti delle singole liste sono scelti in proporzione ai voti ricevuti dalle liste stesse/coalizioni.

In  merito a quanto detto, va subito posto l’accento sul fatto che questo funzionamento comporta la formazione di 4 diverse mappe per la suddivisione dei collegi: 2 per la Camera dei Deputati (Uninominali e Plurinominali) e 2 per il Senato della Repubblica (Uninominali e Plurinominali)

Nei collegi uninominali, è eletto un solo candidato, mentre nei collegi plurinominali, i cittadini eleggono più di un candidato.

Soglie di Sbarramento: un livello minimo di voti necessari per accedere alla ripartizione dei seggi

Per ottenere dei seggi, i partiti devono superare un certo numero di voti minimi, altrimenti non avranno posto in Parlamento.  La soglia di sbarramento è una percentuale minima di voti al di sotto alla quale non si viene ammessi alla ripartizione dei seggi nei collegi plurinominali, ovvero con il metodo proporzionale.

Gli sbarramenti sono due:  3% per le singole liste;  10% per le coalizioni.

Con il Rosatellum Bis non è previsto il voto disgiunto, cioè non si può votare un candidato all’uninominale che non sia collegato alla lista scelta nel proporzionale. Se si fa, il voto è nullo. La legge elettorale italiana non prevede neppure un premio di maggioranza che, invece, caratterizzava il Porcellum, legge Calderoli.

La legge elettorale italiana prevede una soglia di sbarramento nella quota proporzionale pari al 3% su base nazionale per i partiti, sia al Senato della Repubblica sia alla Camera dei Deputati, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche per le quali la soglia è al 20% nella regione di riferimento.

Oltre alla soglia del 3%, è prevista anche una soglia del 10% a livello nazionale che riguarda le coalizioni. Se però la coalizione non supera questa percentuale, i partiti che ne fanno parte e hanno superato il 3% entrano comunque in Parlamento.

I partiti che fanno parte di una coalizione e prendono tra l’1 e il 3% riversano i loro voti, proporzionalmente, alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato la soglia di sbarramento. I voti delle liste che rimangono sotto l’1% sono da considerarsi persi.

Sempre con il Rosatellum Bis, il candidato di un partito escluso dal riparto dei seggi perché al di sotto della soglia, ma eletto nel collegio uninominale (metodo maggioritario), mantiene il suo seggio ottenuto.